Nel 1200, sotto la Repubblica di Padova, per misurare Ie stoffe si adoperava il «braccio» chiamato in dialetto «brazzolaro», e perche tale misura fosse ufficiale e non venisse alterata, il provvido Governo nel 1232 l'ha fatta scolpire sulla parete del Salone tra il 'Volto della Corda e la scala verso la Piazza dei Frutti, dalla parte dove a quel tempo, come pure oggi, si vendono gli uccelli. Tale «brazzolaro» si vede benissimo anche al presente ed assieme ad esso sono scolpiti lo «staio» per il grano e la misura che dovevano avere le tegole ed i mattoni. Da quelle sculture apparisce che tanto Ie tegole quanto i mattoni erano a quei tempi più grandi di quelli che si usano oggi. II «brazzolaro» e anche scolpito in Piazza dei Signori nel secondo gradino della base dell'antenna. II vino ed i liquidi si misuravano a «carro» ed a «mastello », il carro era di dieci mastelli, ed il mastello di 72 «bozze,». Per la vendita (del vino al minuto c'era la «metreta» e la legge prescriveva che quando un oste versava nel vaso del compratore due «metrete» di misura scarsa pagasse la multa per una «metreta» sola, ritenendosi che una fosse di giusta misura e l'altra scarsa. Per i pesi si usava la «libbra» di dodici «once», ed il bottegaio che avesse adoperato pesi scadenti veniva multato di venti soldi per volta, cosi pure veniva multato se adoperava una bilancia adulterata. Per mantenere giusti tutti questi pesi e misure il Consiglio di Padova con sua legge del 1300 delibero di verificarli ogni anno e bollare con bollo della città gli «stai », le «stadere» le «bilancie», i «brazzi» ecc. ecc. sia in città che nei villaggi del territorio. Pero malgrado l'occhio vigile dei verificatori i pesi venivano adulterati lo stesso, ed il Comune fu costretto a comminare pene che andavano fino al carcere ed ai tratti di corda uniti a multe rovinose. II «campo» padovano e di metri quadrati 3862 e 57 centimetri, il braccio da panno era uguale a metri 0,68 e quello da seta di metri 0,63.
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